
Se usi Microsoft Clarity per capire come si comportano gli utenti sul tuo sito, questa notizia ti riguarda direttamente.
A partire dal 31 ottobre 2025, Clarity ha iniziato a richiedere segnali di consenso validi per tutti i visitatori provenienti da Europa, Regno Unito e Svizzera.
Non è un cambiamento opzionale. Non è qualcosa che puoi rimandare.
Microsoft ha alzato il livello delle aspettative in tema di privacy, e chi non ha implementato correttamente la consent mode sta già perdendo dati cruciali per analizzare e ottimizzare il proprio sito.
Session replay compromessi. Heatmap limitate. Funnel incompleti.
Tutto ancora tecnicamente funzionante, ma con funzionalità drasticamente ridotte.
Il problema: senza consenso valido, Clarity funziona a metà
Clarity Consent Mode funziona come un interruttore. Quando un utente arriva sul tuo sito da una regione coperta da GDPR (EEA, UK, Svizzera), Clarity rimane in attesa. Non imposta cookie. Non traccia comportamenti. Non registra sessioni. Aspetta un segnale esplicito che confermi: questo utente ha dato il consenso.
Se quel segnale non arriva, o arriva nel formato sbagliato, Clarity continua a funzionare ma in modalità estremamente limitata.
I cookie di tracciamento (_clck e _clsk) non vengono impostati. Le session replay non partono. Le heatmap restano incomplete.
I funnel di conversione perdono passaggi critici.
E questo vale per ogni singolo visitatore europeo che arriva sul tuo sito.
Stiamo parlando di centinaia, migliaia di sessioni potenzialmente perse, a seconda del traffico che gestisci.
Cosa stai perdendo, e perché è un problema più grosso di quanto immagini
Clarity non è Google Analytics. Non ti dice quanti visitatori hai avuto o da dove arrivano. Clarity ti mostra cosa fanno quegli utenti: dove cliccano, dove si bloccano, dove abbandonano, cosa leggono davvero e cosa ignorano.
Senza session replay, non vedi più le registrazioni delle sessioni utente. Non puoi più guardare come un visitatore naviga nel tuo sito, dove esita, dove si confonde, dove abbandona il carrello o il form di contatto. Perdi la capacità di capire il "perché" dietro i numeri.
Senza heatmap complete, non sai più dove gli utenti concentrano l'attenzione. Quella sezione che hai messo in evidenza viene davvero vista? Quel pulsante è abbastanza visibile? Gli utenti scrollano fino in fondo alla pagina o si fermano prima? Senza dati completi, ogni decisione di design diventa una scommessa.
Senza funnel affidabili, perdi la capacità di mappare i percorsi di conversione. Quanti utenti arrivano alla pagina prodotto? Quanti aggiungono al carrello? Quanti completano l'acquisto? Se i dati sono incompleti, non riesci a identificare dove si perde la maggior parte degli utenti, e quindi non sai dove intervenire per migliorare.
In pratica, continui a gestire un sito web senza capire davvero come le persone lo usano. E quando non capisci il comportamento degli utenti, ottimizzare la user experience diventa impossibile.
Implementare Clarity Consent Mode non è banale (se lo fai a mano)
Microsoft offre una Clarity Consent API per comunicare lo stato del consenso. In teoria, è semplice: raccogli il consenso tramite il tuo banner, chiami l'API passando il parametro giusto ("granted" o "denied"), e Clarity si adegua di conseguenza.
Ma dalla teoria alla pratica si sa, succede di tutto. E nella pratica, serve avere alcune cose:
Un banner di consenso conforme a GDPR, che raccolga il consenso in modo valido (consenso specifico, informato, libero, inequivocabile). Non basta un popup generico con "Accetta tutto".
Un'integrazione tecnica che comunichi correttamente con l'API di Clarity. Il segnale deve arrivare nel formato giusto, al momento giusto, senza ritardi che potrebbero far partire il tracciamento prima del consenso.
Una gestione coerente dello stato del consenso nel tempo. Se l'utente ritira il consenso, Clarity deve cancellare i cookie esistenti, terminare la sessione, e ripartire in modalità no-consent. Se l'utente cambia idea di nuovo, il sistema deve reagire di conseguenza.
Tutto fattibile, certo. Ma richiede sviluppatori, test, manutenzione continua ogni volta che Microsoft aggiorna le specifiche tecniche.
E se sbagli qualcosa, te ne accorgi solo quando i dati cominciano a mancare.
Puoi permetterti di far fare l'integrazione al tuo consulente marketing, magari via GTM, e sperare che tutto vada bene?
La soluzione esiste già: My Agile Privacy gestisce tutto automaticamente
Se stai usando My Agile Privacy, non devi implementare nulla da zero.
Il supporto per Microsoft Clarity Consent Mode è già integrato nel plugin, esattamente come lo sono già Google Consent Mode v2 e Microsoft UET Consent Mode.
Quando un utente interagisce con il banner di consenso gestito da My Agile Privacy, il plugin comunica automaticamente la scelta a tutte le piattaforme supportate. Clarity riceve il segnale nel formato corretto, al momento giusto, senza che tu debba scrivere una riga di codice o configurare API manualmente.
Se l'utente accetta, Clarity parte con piena funzionalità: session replay attivi, heatmap complete, funnel tracciati. Se l'utente rifiuta, Clarity resta in modalità limitata, rispettando la scelta dell'utente e mantenendo il sito conforme al GDPR.
Se l'utente cambia idea in seguito, My Agile Privacy aggiorna automaticamente il segnale e Clarity si adegua di conseguenza.
Tutto gestito in modo trasparente, senza interventi manuali.
Basta un solo click.
Attivare Clarity Consent Mode: due passaggi, zero complicazioni
Non serve assumere sviluppatori, non serve studiare documentazione tecnica per addetti ai lavori. L'implementazione richiede due cose:
Primo: aggiorna My Agile Privacy all'ultima versione. Vai nella dashboard WordPress, sezione plugin, e verifica che My Agile Privacy sia aggiornato.
Ogni aggiornamento include non solo nuove funzionalità, ma anche tutti gli adeguamenti normativi e tecnici necessari per restare compliant.
Secondo: attiva Microsoft Clarity Consent Mode dalle impostazioni di My Agile Privacy.
Una volta aggiornato, vai nelle impostazioni del plugin e abilita l'integrazione con Microsoft Clarity. Da quel momento, My Agile Privacy gestirà automaticamente i segnali di consenso secondo le specifiche richieste da Microsoft.
Fatto. Ogni volta che un utente accetta o rifiuta i cookie dal tuo banner, My Agile Privacy comunicherà la sua scelta a Microsoft Clarity (e a tutte le altre piattaforme integrate), senza che tu debba fare altro.
Perché My Agile Privacy fa la differenza
Il mercato è pieno di soluzioni per il consent management. Ma la maggior parte richiede configurazioni complesse, integrazioni manuali, e costanti aggiornamenti ogni volta che Google o Microsoft cambiano le specifiche tecniche.
Con My Agile Privacy, tutto questo scompare.
Il plugin si aggiorna quando cambiano le normative.
Supporta nativamente le principali piattaforme di analytics e advertising.
E quando nuovi requisiti emergono (come Clarity Consent Mode), l'integrazione arriva direttamente con l'aggiornamento.
Non devi monitorare le comunicazioni ufficiali di Microsoft. Non devi verificare se la tua implementazione è ancora valida. Non devi preoccuparti che un aggiornamento di Clarity rompa l'integrazione. My Agile Privacy si occupa di tutto.
Controlla subito se sei coperto
Se stai usando Clarity senza la consent mode implementata correttamente, stai già perdendo dati.
Ogni giorno che passa senza una soluzione è un giorno di analytics incompleti, di session replay mancanti, di opportunità di ottimizzazione perse.
Vai nella tua dashboard WordPress.
Controlla la versione di My Agile Privacy. Se c'è un aggiornamento disponibile, installalo.
Verifica che l'integrazione con Microsoft Clarity sia attiva.
E chiudi la questione prima che diventi un problema permanente.
I dati persi non tornano indietro. Le sessioni non registrate non si possono recuperare.
Ma da oggi in poi, puoi assicurarti che ogni visitatore che arriva sul tuo sito venga tracciato correttamente, nel rispetto della privacy e con la piena potenza di Clarity.
Consent Mode V2 inspector for Google, Clarity and Microsoft by My Agile Privacy.








